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Se un d volessi (Sonetto semiserio)

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Se io volessi un dì farmi tradurre

in tante lingue, solo colloquiali

scriverei mie poesie, per non indurre

il traduttore in dubbi colossali.

 

Agevolmente lo saprei condurre

a versioni per niente originali,

ma nelle quali egli riprodurre

saprebbe il mio pensiero senza uguali.

 

Però sarebbe ancora una poesia,

o piuttosto una prosa verticale,

per la quale oggidì c'è una mania?

 

Rimango nel recinto nazionale,

e chi vuole apprezzare mia magia

l'italiano un po' studi, è naturale!

 Antonio Terracciano - 04/03/2019 08:50:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Ma Ferdinando Battaglia mi concederà che questo non era un sonetto incentrato sulle "prose verticali" (che nomino solo "en passant" ) , bensì sulla ben maggiore facilità, per i traduttori (mi pare che sull’argomento mi ero soffermato un’altra volta) , di tradurre, praticamente in tutte le lingue del mondo, una poesia "moderna" che una "classica" (se non si vuole, almeno un po’, snaturare quest’ultima) .

 Ferdinando Battaglia - 04/03/2019 06:14:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

La Poesia non conosce prosa verticale come ignora metrica e rima, qualora invece volessimo ricondurla a schematizzazioni assolute, dovremmo convocare un congresso straordinario ad hoc, dove critici autorevoli e poeti di talento ne discutano le proprietà identificative; ma, poiché la Poesia è altra rispetto alle nostre pur nobili codificazioni, salvo smentite scientifiche, credo mai si giungerà ad un canone unico e dottrinario, piuttosto rimarrà sempre lo scarto tra la lingua e l’artista, per cui anche la Poesia verrà rintracciata sia in componimenti metrico-rimati sia in "prosa" verticale, quest’ultima, a detta di poeti di mestiere e riconosciuti tali, una distinzione non più attuale ovvero in via di scomparsa; ed è per lo stesso scarto tra l’artista e la lingua, che ad un poeta non serve la conoscenza dell’italiano nel senso di una perfezione normativista. La Poesia è sempre una "terra straniera" rispetto al lettore ed il suo primo lettore è il poeta stesso...

Chiedo venia per l’indebita intromissione...

 Antonio Terracciano - 03/03/2019 11:57:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Mariano Bonato conoscerà senz’altro meglio di me le regole dell’endecasillabo, e quindi converrà certamente che l’aggiunta di un articolo lo trasformerebbe in dodecasillabo. Forse Mariano intendeva dire che il terzo verso poteva essere reso con "scriverei le poesie, per non indurre" , e il penultimo con "e chi vuole apprezzar la mia magia" . Cerco sempre, però, nei limiti del possibile, di evitare i troncamenti (per non dare alla poesia un sapore troppo "ottocentesco" ) , e nel terzo verso intendevo accentuare il fatto che le poesie erano proprio "mie" (del resto, sono un ex insegnante di francese, e in quella lingua è obbligatorio, non facoltativo, non mettere mai articoli davanti agli aggettivi possessivi... ) Ringrazio per l’apprezzamento.

 Mariano Bonato - 03/03/2019 10:13:00 [ leggi altri commenti di Mariano Bonato » ]

Un sonetto gustoso e divertente, niente da dire.
Ho solo un dubbio: davanti agli aggettivi possessivi "mie" (poesie) e "mia" (magia), non ci starebbe bene l’articolo?
Grazie.

 Franca Colozzo - 02/03/2019 21:43:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Caro Antonio, converrai con me che sarebbe stato opportuno inserire una nota eslicativa in calce alla tua poesia dal momento che di recente ho pubblicato la mia con una traduzione sommaria in inglese.
Ben lungi da me pensare poi che si trattasse di un poeta dilettante a te noto, sconosciuto ai più!
Ho ampiamente spiegato i motivi per cui traduco, non certo per mia velleità ma perché poi pubblico il link sia su Facebook, dove ho molti amici che non conoscono l’italiano, sia sul blog di Linkedin cui ho accennato prima. Non me ne volere, ma sembrava fosse riferito proprio a me (ho la coda di paglia?) e poi, ti prego, non mi chiamare architetto, chiamami Franca. Se cominciamo con i titoli, dove andiamo a finire?
Grazie per il chiarimento, ma non me la sono presa più di tanto. Ho voluto semplicemente chiarire le motivazioni delle traduzioni. Poi, ti dico in tutta onestà, citando un aforisma di Socrate: "So di non sapere"...
Comunque, il tuo sonetto è simpatico e spiritoso, d’altra parte come te. Un saluto affettuoso e buona notte.

 Antonio Terracciano - 02/03/2019 20:43:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Sono costretto, mio malgrado, a intervenire, perché noto con dispiacere che la mia poesia non è stata correttamente commentata dalle due autrici. La verità è che conosco (virtualmente) un poeta che pubblica come noi in siti per dilettanti, il quale si vanta delle sue poesie, tradotte in sei o sette lingue (non da lui, evidentemente) . I suoi traduttori avranno avuto vita facile, perché le sue sono quelle che io simpaticamente chiamo "prose verticali" , cioè poesie senza nessuna metrica e tanto meno con rime. Non mi permetterei mai di consigliare l’architetto Colozzo (tanto più che conosco l’inglese soltanto a un livello elementare! ) , e preciso a lei e a R . M . Cantatore che nell’ultimo verso io invito a studiare l’italiano non certo agli altri italiani (figuriamoci poi ai miei "colleghi" e "colleghe" ! ) , ma (ipotesi remotissima, da fantascienza ) a qualche eventuale lettore straniero che volesse "gustare" (diciamo così! )la mia mediocre produzione (perché mai avrei aggiunto nel titolo, altrimenti, "sonetto semiserio" ? )

 Franca Colozzo - 02/03/2019 19:45:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Caro Antonio, se da un po’ di tempo traduco le mie poesie (sicuramente non alla perfezione) è perché scrivo su un blog di Linkedin: "Creative Visionary POD", cui ho avuto l’onore di essere ammessa (unica italiana).
Sul blog in questione scrivono poeti da tutto il mondo (dall’Australia all’Inghilterra all’America, etc.), dove l’italiano non è ammesso, ma solo l’inglese per ovvi motivi di comprensione.
Mi dicono che scrivo bene e, stranamente, le poesie da loro pubblicate non sono in rima pur avendo un grande successo di pubblico. Poiché "Nemo propheta in patria", io mi contento di quel pò che so fare.
Qualora poi qualcuno volesse aiutarmi nella traduzione, ben venga! Non essendo orgogliosa per carattere come ho avuto modo di dimostrare ampiamente accettando gli altrui apporti, tra cui il tuo, non può che farmi piacere l’intervento teso a migliorare la traduzione di una mia poesia, per quanto poco originale. Viva comunque le prose verticali quando scaturiscono dal cuore! Per l’italiano, non credo di dover prender lezioni da chicchessia. Ti auguro una buona serata.

CREATIVE VISIONARY POD
Jonathan, Wesley Kondwani, Lukasz, Neha, Glen, Bertram, Kat, Sanja, Filza, John,...
https://www.linkedin.com/messaging/thread/6485300649293553664/

 Rosa Maria Cantatore - 02/03/2019 15:20:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

oh, be’, certo: studiare l’italiano, innanzitutto.
Altrimenti, che stiamo a scrivere? ;-)

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